Territorio

Il territorio del C.A. CN 6 comprende bacini dell’Ellero, del Maudagna, del Corsaglia, del Casotto, del Mongia, ed in parte della valle Tanaro, comprende inoltre la porzione di langhe monregalesi comprese tra la statale 28 ed il corso del Tanaro.

Sono presenti ambienti molto diversificati che presentano habitat idonei a vari specie di selvatici.

La composizione litologia dominante dei massicci di testata è prevalentemente calcarea, con fenomeni carsici superficiali ed ipogei.

Il paesaggio vegetale è condizionato dalla natura prevalentemente basica dei suoli, da precipitazioni intorno ai 1.200 mt di conseguenza piuttosto importanti, con minime estive e invernali e massime in primavera e autunno.

Il territorio delle langhe monregalesi ha caratteristiche pedologiche, climatiche e vegetazionali nettamente diversificate e per queste caratteristiche presenta forti analogie con i rilievi della sponda destra del Tanaro.

Questo particolare ambiente ha una connotazione fortemente agricola, dove le colture segnano profondamente il paesaggio.

Sono ancora diffusi i vigneti, le coltivazioni foraggere, sia a graminacee che a leguminose, le colture cerealicole, mentre le zone boscose, limitate ai versanti esposti ai quadranti settentrionali, sono caratterizzate da una diffusa presenza del nocciolo e dell’invadente robinia, a scapito di essenze indigene quali la quercia, divenuta sempre più rara.

Le valli alpine, dove sono presenti sempre più limitati prati di fondovalle, sono dominate da ampie cenosi forestali, frutto di secolari interventi umani, che hanno plasmato profondamente il paesaggio.

E’ il caso dei castagneti da frutto, ormai in gran parte abbondanti, che occupano estesissime superfici e soltanto alle quote più elevate lasciano il posto a boschi di angiosperme mesofile.

E’ da rilevare nel versante idrografico sinistro dell’alta valle Corsaglia la presenza di boschi clima a larice. Tale particolare facies vegetale ha origine da un’isola pedologica particolare formata da suoli silicei a ph acido.

Su tali suoli il rodoreto vaccinietum domina incontrastato sino a quote elevate, per lasciare spazio a superfici pascolive ancora utilizzate dal bestiame domestico.

Va ricordato il ruolo di primo piano svolto nelle alpi liguri dai pascoli d’alta quota, un tempo non lontano oggetti di dispute e di rivalità in quanto elemento essenziale di un’economia in cui l’allevamento ovicaprino era da secoli l’asse portante

La fisionomia territoriale del C.A. CN 6, trova la sommità più elevata nel monte Mongioie (2.630 mt).